Memories

  1. non dimenticare

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 27 April 2014
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    Solo oggi riesco a riprendere in mano la penna. Ho guardato a lungo i fogli bianchi senza più riuscire a scriverci. Se leggessi le ultime pagine di questo diario mi prenderesti in giro fino alla fine dei giorni, visto come sono andate le cose negli ultimi tempi. Di che cosa mi preoccupavo? Che stupido.

    Manchi. Manchi così tanto che a volte non riesco a respirare; la vita si blocca sul cuore che batte troppo forte, cerca qualcosa che non potrà ritrovare mai più. Te. Mi volto a guardarti e non ci sei. Rido a una battuta che solo tu capiresti, ma non sento la tua risata, la tua voce. Allora non ho più voglia di ridere e mi chiedo se lo farò di nuovo come prima. E' questione di tempo, dicono - l'ho detto anche io. So che è stupido cercarti ancora, ma non credo di poterne fare almeno. Non ancora. Sono stato bravo, non ho fatto cazzate. Non più del dovuto. Ho cercato in tutti i modi di riprenderti e riportarti qui... ma non ci sono riuscito. Mi dispiace. I miei poteri non arrivano a tanto. Il Destino ha voluto così. Il Destino è un bambino stronzo e capriccioso che dovrebbe mettersi le mani nelle mutande piuttosto che guidare le nostre vite. No, non sarebbe abbastanza soddisfacente. Ho bisogno di te. Ci sono ancora troppe cose che devo dirti, ci sono troppe cose che dobbiamo fare. Ho trovato nella mia stanza una scatola piena di souvenir che ti dovevo dare, prima o poi. Mi dicevo: non c'è fretta, glielo darò domani. Domani è diventato una settimana, poi un mese. Succede così quando pensi di stare insieme a qualcuno per ancora qualche secolo. Invece... Qui a New Orleans le cose procedono come sempre. Le fiabe invadono la città e Rumpelstiltskin stipula contratti e vincoli di asservimento. Appunto, tutto scorre normalmente. Mai un secondo di pace. Subito dopo la tua morte ho desiderato affrontare una battaglia, qualcosa di abbastanza grosso che mi tenesse impegnato e non abbastanza grosso da portarmi via da questo mondo. Sono stato accontentato: Dio quando vuole ci vede benissimo, è il suo tempismo a far schifo.

    Mi sposo, Dragan. Shane me lo ha chiesto pochi giorni fa, gli ho detto di sì. Ormai è ufficiale. Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto: organizzare l'evento, cercare un completo, scrivere una lista degli invitati e quella dei regali di nozze. Non ho mai creduto nel matrimonio... così come non credevo di trovare qualcuno abbastanza folle da chiedermelo. Mi sposo, ma ancor prima di arrivare all'altare rischio di perdere il mio fidanzato. Rumpelstiltskin potrebbe ucciderlo con un solo schiocco di dita... Non voglio pensarci. Non posso pensarci. Se mi soffermassi anche solo per un secondo a farlo, non riuscirei a combattere. Non riuscirei a vivere. Non avrei mai lo stesso coraggio e la stessa forza di Mansour, lui è un grande uomo. Un grande, grande uomo. Cercherò di stargli affianco, te lo prometto, anche se non sono mai stato bravo con le persone. Prendo atto del fatto che i miei poteri non possono fare ...

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  2. new york - parte ii

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 29 Mar. 2014
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    [ La pagina viene letteralmente aggredita dalla penna a inchiostro nero. Le scritte grandi sono ricche di sbavature, la carta presenta un paio di macchioline rotonde nel mezzo. Dalla scrittura è facilmente intuibile tutta la rabbia, la confusione. Varie parole vengono scritte e cancellate più volte, altre sottolineate, altre ancora ricalcate ]

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    Non riesco a capirci un cazzo.
    Che cazzo ha scritto? Che cazzo di storia ha scritto?!
    Perché cazzo ha pubblicato quelle stronzate dopo che gli ho detto la verità su mia madre?

    Porca puttana Shane, che cazzo stai facendo?!

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    [ Nella pagina che segue la scrittura torna composta, vagamente elegante, segno che lo scritto risale a un giorno diverso dalle confessioni precedenti ]

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    Non riesco a leggere. Ho la nausea. Sto indossando così tante maschere che riesco a riconoscere la mia faccia solo perché è la meno bella. Nessuno se ne accorge, ma non c'è niente di perfetto, niente. Ho fatto l'errore di guardarmi allo specchio - somiglio al fantasma di me stesso che Shane Lui ha descritto così bene tra quelle pagine. Mi scrive ogni sera. Non gli rispondo mai. Non rispondo a nessuno, non ne ho né la voglia né la forza. Resterò qui ancora un po'. Lontano da New Orleans. Lontano da Lui. Continuo a non capire niente. Non capisco perché scrivere un ringraziamento a me nella prima pagina e poi scoprire... che a me ha dedicato quel libro. Quel libro. Che cosa stai facendo? Che cosa hai in mente? ...Perché mi stai facendo questo? Dei mille lati di me che avresti potuto descrivere hai scelto il peggiore, tutto quello che di me ho odiato. Sei riuscito a trasformare l'unica persona bella e delicata del mio passato in un mostro al pari se non peggiore del vero Cattivo. Cento volte ho aperto il libro, letto qualche riga e riconosciuto le frasi da me pronunciate. Lo chiudo, non riesco a andare avanti. Come sei bravo a scrivere qualcosa che hai potuto osservare da vicino. Cos'ero, un esperimento? Una sorta di cavia da osservare? Prendevi appunti mentre vomitavo l'anima fuori dal cesso? Angelo... non c'è traccia di nessun Angelo tra quelle pagine. Nessuna. Allora mi chiedo perché ancora mi scrivi, perché cerchi di farmi vedere qualcosa che proprio non riesco a vedere. Mi chiedo a cosa pensi ora e a cosa pensavi mentre scrivevi.

    Ho bevuto tanto, troppo. Circolava roba buona a quella festa e non parlo di alcolici. Non ricordo molto, ma abbastanza da poter scrivere queste righe e ricordarmi che ne sono ancora fottutamente innamorato. Sarà sempre così, qualsiasi cosa faccia... Non so più se è un bene. Sono tornato all'alba in albergo, in camera... con Remy. Ci ho pensato - "Ah, Shane, questa te la faccio pagare". Non è così che si comporta una puttana? Io lo so bene. E' ...

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  3. new york - parte i

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 27 Mar. 2014
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    Non è particolarmente semplice scrivere con Remy che continua a farmi una foto dietro l'altra, il dannato flash mi sta rincoglionendo. Remy, Rembrandt Duran ( se proviamo a pronunciare il suo nome per intero ci spacca la faccia... anche se è alto un metro e una mela). L'ho conosciuto un paio di settimane fa e credo di non poterne fare più a meno. E' un idiota, l'idiota del gruppo. Riesce a farci ridere tutti anche quando siamo tanto stanchi o ubriachi da non reggerci in piedi. E' lo spirito della festa, sono contento che venga con noi a New York. Nessuno lo ha invitato, ovviamente, ha fatto tutto da solo. Lo amiamo per questo. Siamo io, John, Remy, Niki e altri di cui mi frega meno che un cazzo.

    La compagnia ci ha fornito un aereo privato, siamo pronti a partire. Approfitto di questi attimi di calma prima che cominci il viaggio e tutto quel che porterà con sé. Quanto ci impiegheremo a far fuori un'altra bottiglia di champagne? Abbiamo fatto ubriacare John e l'aereo non è nemmeno decollato. So esattamente che cosa aspettarmi da New York, ma non nascondo quanto tutto questo riesca a eccitarmi. Da una parte sono contento di partire, di portare avanti un lavoro che comincia a piacermi davvero. Dall'altra, guardo fuori dal finestrino e capisco che New Orleans mi è entrata dentro. Più che la città, le persone che ci abitano. La mia famiglia di Lupi. La mia famiglia di Streghe.

    Ho scaricato sul computer il video che mi ha fatto Shane, poi l'ho messo sul telefono. Non avrei dovuto farlo, passo più tempo a guardare quello che le cose intorno a me. Gli altri mi hanno beccato a sorridere con un'espressione idiota - lo so perché me lo hanno ripetuto fin troppe volte - e non smettono di prendermi in giro da quel momento. Che due coglioni. Dannato Shane. Gli ho chiesto di venire con me almeno una decina di volte, pur sapendo che non avrebbe potuto accettare nemmeno volendo. Lo so. Lo so, non sarebbe giusto per nessuno dei due. Lui ha le sue cose da fare, io le mie. Sono solo pochi giorni. Spero che non succeda niente, non riuscirei a perdonarmelo. Almeno Sibèal ha fatto quel dannato prelievo prima della mia partenza, adesso sta meglio. E così dev'essere, così tutto deve restare. Non sono il paladino o protettore di nessuno, non sono mai riuscito ad esserlo - nemmeno per me stesso - ma di loro non riesco a fregarmene. Meritano di stare bene. Mi mancheranno, credo...

    Ora posso piantarla di fare il coglione sentimentale. Ho una bottiglia di champagne che mi aspetta e il nuovo romanzo di Shane nella borsa, ben nascosto da sguardi indiscreti. Non l'ho ancora aperto, mi ha lasciato la prima copia in assoluto sul comodino stamattina. Non vedo l'ora di leggerlo, i suoi romanzi mi sono sempre piaciuti. Appena tutti saranno collassati comincerò a spulciarlo.

    New York, sto arrivando.

    Edited by Vladimir Cassian Alecsandri - 27/3/2014, 16:36
  4. uomini ed eroi

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 16 Mar. 2014
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    Non so che cosa gli altri si aspettino da noi. Chi non conosce il mondo del sovrannatuale, intendo, non so immaginare in che modo pensino a noi. Tento di tornare indietro a quando io stesso mi trovavo immerso in un mare di ignoranza, ma mi sembra già un tempo troppo lontano. Quanto è passato? Non ricordo più come mi sentivo pensando a tutto ciò che non può essere spiegato. Sapevo che niente è facile e che i problemi vengono amplificati a mille? Sapevo che avere dei poteri non rende la vita più semplice, ma l'incasina a tal punto da portare a chiederti se è davvero questo che vuoi? Ed i segreti non riguardano più due sole persone, ma interi Branchi, Congreghe, Famiglie. No, non c'è niente che possa esser definito semplice. Ora, però, guardando il quadro completo, so di essere esattamente quel che devo essere. Non posso tornare indietro. Non voglio tornare indietro.

    Non esistono confini netti tra bene e male, giusto e sbagliato. Lo sa Jaime che ama e ha intenzione di sposare un Demone. Lo so io che amo e combatterò per tenermi stretto il mio Lycan. Conosciamo le conseguenze dei nostri gesti, dei nostri sentimenti. Quando arriverà il momento sapremo che cosa fare. Una strega non sta da una parte o dall'altra, è inutile che tutti quelli che sanno la verità sulla mia natura continuino a chiedermelo. Anche se potessi parlare, non lo saprei spiegare - non con la semplicità di chi vede il mondo in bianco e nero. Sto esattamente nel mezzo.

    Mi sento più leggero dopo aver detto la verità a Dragan, Shane a una volta ha confessato tutto a Diego e Gaebriel, il capobranco. Praticamente a breve l'intero villaggio dei Lycan saprà che cosa sono. Non importa. Va bene così, dovevo farlo - non me ne vergogno. So bene che la mia posizione, come quella delle altre streghe della Congrega, è estremamente delicata. Che cosa avrei dovuto fare? Tener nascosta la verità alle persone che mi hanno aiutato a rialzarmi da una discarica? Se non fosse per loro nemmeno sarei vivo oggi. Presto incontrerò Sho, dirò tutto anche a lei. La mia Volpe. Spero solo che la prenda bene tanto quanto Dragan. In effetti mi stupisce che non abbia fatto battute del cazzo su scope e bacchette magiche. Jaime mi chiama Gandalf o Ganjalf nelle occasioni "speciali". Mi piace quella ragazza. E' bionda, ma riesco a sentirmi abbastanza a mio agio con lei, non ho paura di toccarla o avvicinarmici, forse a causa della stessa natura. Non è come con Elisabeth. Lei è particolare. Bella, giovane, il volto pulito, le guance rosse e il sorriso luminoso. Negli occhi ha una strana tristezza. Elisabeth canta. Elisabeth canta per me, come faceva Lei. Come faceva Beatris. Che cosa darei per rivederla almeno una volta, sentire ancora le sue carezze sul viso...

    Per qualche momento ho avuto la spiacevole sensazione di tornare indietro quando ho stretto Sibèal con troppa forza, quando l'ho sentita gridare di non toccarla. Ha urlato. Lei non urla mai....

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  5. verità nascoste

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 4 Mar. 2014
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    Le verità nascoste possono far più male delle bugie create in tutta la vita. Stanno lì, tra la gente, fingendo di non esistere. Una bugia la si costruisce, una verità nascosta esiste di per sé e vien trattata come il più prezioso gioiello o il cadavere di una donna posseduta con troppa violenza. Ho creduto che la calma di questi giorni sarebbe stata spezzata da un attacco, chissà quale nuova rivelazione sul mondo sovrannaturale, una battaglia imminente a giudicare dal modo in cui Sibèal ha descritto l'instabilità di questo secolo. Non mi rendevo conto, invece, che le verità nascoste stavano torturando la Calma da tempo.

    Non ho mai indagato sul passato di Shane ed ho creduto che mi dicesse ogni cosa sul suo presente, entro i limiti di ciò che ci è concesso dire a causa della nostra natura differente. Lo abbiamo promesso nel momento in cui abbiamo deciso di prendere tutto sul serio, a partire dalla nostra vita. Abbiamo messo da parte scatoloni su scatoloni colmi di pensieri e ricordi del passato. Ho letto dei messaggi. Una donna. Ariadne. La ragazza del quadro appeso in camera di Shane. Pare gli ricordi il suo amore perduto, June, e che inizialmente si sia avvicinato a lei per questo. Mi ha assicurato che non c'è stato e ancora non c'è niente tra loro che vada al di là dell'amicizia. Perché allora tenermela nascosta? Come un'amante, come se sapesse che c'è qualcosa di sbagliato in quel che si dicono. Ne sente il profumo per strada, i pensieri vagano in sua direzione, il cuore fa il pazzo. Così fino a un mese fa, quando siamo tornati dal viaggio. Quando siamo tornati dal viaggio... Non riesco a capire. Non capisco se mente a me, a lei o a se stesso. Non riesco a capire perché la tiene ancora vicino se gli ricorda June. Io ho messo da parte ogni cosa del mio passato, gli oggetti e le persone che me lo ricordano. Lui no. Perché? Avrebbe potuto parlarmene, porca puttana, avrebbe potuto farlo se non c'era niente di male in questa specie di rapporto che ha con lei. Non so se sono più arrabbiato, geloso o profondamente deluso. Non so che cosa fare, che cosa aspettarmi, che cosa pretendere da lui e che cosa invece tenermi dentro. Si è scusato, si è scusato più volte e non c'era traccia di menzogna nel suo sguardo. Mi ha detto di non esserne mai stato lontanamente innamorato. Attratto? Sicuramente. Ha dato di matto al villaggio, ne sono sicuro. Dragan è venuto a saperlo praticamente subito. Belleville del cazzo, non c'è privacy nemmeno a pagarla. Empatia del cazzo. Sensi del cazzo.

    Dragan. Dragan. Dragan.
    Avrei bisogno di parlargli davvero, di dirgli ogni cosa specialmente sulla mia natura. Mi sento un verme, gli sto nascondendo una cosa tanto importante. Prima o poi lo verrà a sapere, allora... che cosa succederà? Non voglio perderlo. E' il mio migliore amico, senza di lui non ce la faccio. Se ieri non fosse venuto da me probabilmente mi sarei ubriacato come sempre,...

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  6. calma

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 26 Feb. 2014
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    Non c'è pace, non potrebbe mai esserci pace. Nemmeno la voglio. Solo calma, prima che qualcosa ancora avvenga. Il tempo scorre con più regolarità, gli eventi si susseguono abbastanza lentamente da permettermi di capire che cosa succede e che cosa devo o non devo fare. Cerco di stare in piedi, di non farmi buttar giù dai venti che provengono da ogni direzione. Cerco di stare su un gradino abbastanza alto, che mi permette di osservare tutto ciò che c'è intorno a me. Un gradino che può essere la mia salvezza e quella delle persone a me care, così come la mia rovina. Più in alto si sale, maggiore è il danno provocato dalla caduta.

    Ora che assaporo il potere datomi dalla mia stessa Natura, capisco di non poterne fare a meno. E' quel pezzo d'anima che mi mancava, quel vuoto ora colmo. Ho resuscitato una donna. Ho resuscitato una donna. Fin dove posso spingermi? Secoli. Ho dei secoli a mia disposizione, io che ho sempre creduto di non poter vivere più di due o tre decenni, io che non avrei voluto vivere più a lungo. A che scopo? Ora ho qualcosa e qualcuno per cui combattere.

    Potrei dire che le cose vanno bene, che tutto va come deve andare, ma non posso. Non posso pronunciare parole simili sapendo che chiunque maneggi la sorte di questo mondo - Caso, Destino o Dio - aspetta solo questo. Aspetta che io sia abbastanza tranquillo da costruire il mio bel castello di carte. Basta un soffio per far crollare tutto quanto. La verità è che cammino su un filo troppo sottile, sotto di me c'è il vuoto che mi aspetta. Ci sono cento e più motivi per cui potrei cadere, altrettanti mi spingono a concentrarmi per non farlo.

    Mento. Dovrò farlo d'ora in poi, ancora una volta. Shane conosce la mia natura, nient'altro che riguardi la Congrega, i riti o i miei poteri - che devo ancora scoprire, tra l'altro. Dragan, Sho e gli altri non sanno nemmeno questo. Continueranno a vedermi come un umano finché mi sarà possibile. Avrei bisogno di parlarne, ma le ragioni per non farlo sono abbastanza valide da contenere questa sorta di senso di colpa. Cerco di tenermi lontano da loro, come se potessero leggermi qualcosa nello sguardo. E' un'idiozia, me ne rendo conto, specie perché sono sempre stato bravo a fingere. Ma loro sono la mia famiglia. Mi ero ripromesso di non mentire più, di non nascondere niente. Merda. Sho è stata morsa, trasformata in Lycan. Sono contento. Sono contento che possa difendersi, ora che so che cosa si nasconde nell'ombra e che cosa invece nasce dalla luce. Io mi trovo esattamente nel mezzo, dovrei preservare un equilibrio messo a dura prova dalla storia e dell'indole di ogni razza. Mansour è un fauno, pare possa possedere il corpo del suo gatto obeso. Mi aspetto che Kerstin si riveli come fata turchina a breve, manca solo lei.

    Non so ancora come definire il mio rapporto con le altre Streghe della Congrega. Forse perché non c'è un vero e proprio rappo...

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  7. Risveglio

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 17 Feb. 2014
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    E' ormai un dato di fatto: quando comincio ad avvicinarmi a una certa stabilità, tutto cambia ancora una volta. E' come maneggiare il dannato cubo di Rubik, essere vicino alla soluzione e vedere all'improvviso che un unico tassello non è al proprio posto su ogni facciata. Allora le opzioni da prendere in considerazione sono due: si ricomincia dall'inizio o si manda affanculo quel maledetto aggeggio. Al momento non posso fare né una cosa né l'altra. Chiaramente non posso tornare indietro e non posso nemmeno mandare al diavolo me stesso - anche perché l'ho già fatto e non è cambiato niente.

    Ho visto Shane. Finalmente. Chiunque direbbe che è stata una pazzia vista la luna quasi piena, anche noi ne eravamo consapevoli... ma ne è valsa la pena. E' andato tutto bene, un morso sul labbro non è niente in confronto a quel che sarebbe potuto accadere. Avevo bisogno di vederlo. Avevo bisogno di sentirne ancora la voce e il calore per convincermi che tutto quello passato in questi mesi non è stato solo frutto della mia immaginazione. Il letto a casa nostra sta perdendo il suo profumo, è un dettaglio che rende l'attesa meno sopportabile. La casa è sempre più grande, sempre più silenziosa e buia. Vederlo, stringerlo, dargli quell'unico bacio... mi ha dato la forza di continuare ancora per un po', mi sono detto che pian piano avremmo trovato un modo per sistemare le cose.

    E' cambiato tutto in poche decine di minuti. Sono uscito all'alba, come ogni volta che non riesco a dormire decentemente. Ho raggiunto la riva del Mississipi con un pacchetto mezzo vuoto di sigarette in tasca. Era l'alba. Una donna, della quale nemmeno a mente lucida so descrivere il fascino, mi aspettava da chissà quanto tempo. Minerva Sibèal Maireàd Langlais. L'ho creduta pazza, inizialmente, ma del mondo ho scoperto così tante assurdità da farmi credere che i suoi discorsi non fossero poi tanto folli. Così tutto mi è stato rivelato. Ho avuto prova dei suoi poteri, della sua essenza e della mia stessa essenza. Ho scoperto cosa sono davvero, cosa sono sempre stato. Io non sono soltanto un uomo. Io sono una strega. Uno stregone? Non so come si dica al maschile, ma poco importa. Discendente di Salik, l'uomo puro della Siberia, uno degli Undici Innocenti contaminati millenni fa da tracce di Angelo o Diavolo. Pare che in me ci siano entrambe: luce e ombra. Mettere tutto nero su bianco è fin troppo semplice. Spiegarlo così, con poche parole, non rende davvero l'idea di quel che è successo. Non saprei descrivere l'intensità del Rito del Risveglio. Non so che cosa accadrà d'ora in poi. Mi è stato detto di non rivelare chi sono realmente a nessuno. Nessuno. Come posso non dirlo almeno a Shane? Mi sembrerebbe di tradirlo ogni giorno guardandolo negli occhi. Mi è stata indicata una casa, ma non lascerò quella dove ci ho messo l'anima. Sono stato chiamato "fratello" da u...

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  8. san valentino

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 14 Feb. 2014
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    Cuori rossi. Rose rosse. Mutande rosse. E' tutto schifosamente rosso.
    Se niente fosse cambiato rispetto a qualche mese fa io adesso starei accumulando per strada in un giorno solo il guadagno di un mese. Alla faccia della festa degli innamorati. Che schifo. Che schifo io, non la festa in sé. Mi lamento di San Valentino come la più sfigata delle adolescenti, quella che non riceve niente da nessuno perché - che ne so, per mille ragioni diverse. Non voglio cuori, rose o regali di alcun genere. Vorrei solamente non dover respirare il mio stesso profumo in casa. Vedere tutta quella gente felice o falsamente felice per strada mi fa venir voglia di vomitare l'anima. Non posso avvicinarmi al villaggio, la luna si prepara per trasformare i suoi figli. Che poesia. La verità è molto più cruda e penosa. Sto così male che sono arrivato a prelevare Mansour da casa sua per portarlo a far compere. Ne avevo bisogno più io di lui, se fossi rimasto a casa ancora per qualche ora sarei impazzito probabilmente. Sono riuscito a staccare la spina per qualche ora, l'armadio di quell'uomo mi ringrazia. Mi ha chiesto di parlare con lui, se voglio. Parlare con Mansour, fa strano anche solo pensarci. E' un uomo gentile. La sua calma non è mai fredda. Ma io non parlo più con nessuno da tempo, da tempo non mi sfogo. Non saprei cosa dire. Vorrei solo urlare, urlare fino a perdere la voce. Il senso di impotenza non si allevia con le chiamate che ogni tanto scambio con Shane, il mio unico modo per avere una sorta di contatto con lui... attraverso uno schermo. Pare che non si possa fare sesso telefonico. Pare che tutti sentano non le voci, ma le sensazioni. Pare che se lo farà ancora verrà pestato. Pare che in quel villaggio non ci sia un cazzo di privacy - fosse per me farei l'amore con il mio uomo davanti a tutti, che si godano lo spettacolo o guardino da un'altra parte. Entropia del cazzo. Comunque è meglio sentire Shane e Dragan per telefono che non sentirli affatto. E' come se stessero in un altro stato, possiamo solo avvicinarci al confine e non oltrepassarlo.

    Cercano giovani modelli.
    Ho mandato alcuni scatti per diversi concorsi, aspetto solo che mi chiamino.
    Perché mi chiameranno, si. La modestia non mi serve a un cazzo.

    Ho mandato a Sho e Kerstin una sorta di regalo di San Valentino.
    Un peluche a testa. Cioccolatini. Una rosa rossa, una blu. E' così che si fa, no?
    Non posso cancellare il ricordo dell'ultima sera con Kerstin o dell'ultima chiamata a Sho - piangeva. Piangeva. Non posso sopportare che proprio lei pianga, ma ancora una volta ho le mani legate. Non posso fare niente, se non cercare di tenerla lontana da Dragan. E' per il bene di entrambi. Lui ha deciso di fingersi schizofrenico, effettivamente è una balla accettabile visto lo stato delle cose. Kerstin mi chiede di lasciarmi guardare mentre vivo, ma ho smesso di farlo. Come lei, ho cominciato a sopravvivere... in attesa che tutt...

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  9. season two

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 12 Feb. 2014
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    E' così che mi sento. E' come se stesse cominciando la seconda stagione di un telefilm di merda piaciuto a troppi svitati che si divertono a vederci crepare e poi sorridere prima di rischiare di crepare ancora una volta o due. Le cose cambiano totalmente e lo fanno troppo in fretta. Se prima eravamo solo un branco di sfigati che tentavano di rimettersi in sesto, adesso siamo un branco di sfigati che scoprono di aver vissuto per troppo tempo nell'ignoranza. E' come se il mondo intero indossasse una maschera sopra la maschera. E' tutto vero. Le leggende che si raccontano ai bambini, le storie d'orrore e non più di fantasia. Ho passato la maggior parte della mia vita a leggere romanzi fantasy o fantastici, non è stato troppo difficile dare ascolto a quella parte di me che ci ha sempre creduto. Dragan è un Lycan. Shane è un Lycan. Mansour sa tutto. Sho non sa niente. Non so nemmeno se Kerstin sa qualcosa di suo fratello, anche lui Lycan.

    La casa è vuota, silenziosa, buia. Mi sento solo.
    Non c'è più niente che posso controllare, niente che possa fare per migliorare una situazione che mi tocca e non mi tocca. Io sono un umano. Faccio parte di quella specie che può esser catturata per strada e legata a un altare per chissà che rito magico o no. Io non posso difendermi, posso esser difeso mettendo a rischio però la vita delle persone a me care. Io non ho poteri, non ho forza, non ho alcun dono o maledizione in corpo. Sono inutile, ammetterlo non mi costa più niente. Sono inutile. Il mio volere o parere non conta. Vorrei piangere, ma le lacrime sono bloccate da chissà quale barriera di ghiaccio. E' l'ennesima cosa che mi terrò dentro, va bene così. Ho visto mio padre. Il suo fantasma mi aspettava sveglio affianco al letto probabilmente per ricordarmi che non ho alcun potere su tutta questa faccenda. Sto cadendo. Lo sento, sto cadendo di nuovo. Non posso parlarne con nessuno. Shane e Dragan hanno già i loro problemi. Sho non capirebbe da dove sorge ogni dubbio.
    Aspetterò in silenzio. Non posso fare altro.

    Edited by Vladimir Cassian Alecsandri - 12/2/2014, 19:03