Memories

  1. san valentino

    AvatarBy Vladimir Cassian Alecsandri il 14 Feb. 2014
     
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    Cuori rossi. Rose rosse. Mutande rosse. E' tutto schifosamente rosso.
    Se niente fosse cambiato rispetto a qualche mese fa io adesso starei accumulando per strada in un giorno solo il guadagno di un mese. Alla faccia della festa degli innamorati. Che schifo. Che schifo io, non la festa in sé. Mi lamento di San Valentino come la più sfigata delle adolescenti, quella che non riceve niente da nessuno perché - che ne so, per mille ragioni diverse. Non voglio cuori, rose o regali di alcun genere. Vorrei solamente non dover respirare il mio stesso profumo in casa. Vedere tutta quella gente felice o falsamente felice per strada mi fa venir voglia di vomitare l'anima. Non posso avvicinarmi al villaggio, la luna si prepara per trasformare i suoi figli. Che poesia. La verità è molto più cruda e penosa. Sto così male che sono arrivato a prelevare Mansour da casa sua per portarlo a far compere. Ne avevo bisogno più io di lui, se fossi rimasto a casa ancora per qualche ora sarei impazzito probabilmente. Sono riuscito a staccare la spina per qualche ora, l'armadio di quell'uomo mi ringrazia. Mi ha chiesto di parlare con lui, se voglio. Parlare con Mansour, fa strano anche solo pensarci. E' un uomo gentile. La sua calma non è mai fredda. Ma io non parlo più con nessuno da tempo, da tempo non mi sfogo. Non saprei cosa dire. Vorrei solo urlare, urlare fino a perdere la voce. Il senso di impotenza non si allevia con le chiamate che ogni tanto scambio con Shane, il mio unico modo per avere una sorta di contatto con lui... attraverso uno schermo. Pare che non si possa fare sesso telefonico. Pare che tutti sentano non le voci, ma le sensazioni. Pare che se lo farà ancora verrà pestato. Pare che in quel villaggio non ci sia un cazzo di privacy - fosse per me farei l'amore con il mio uomo davanti a tutti, che si godano lo spettacolo o guardino da un'altra parte. Entropia del cazzo. Comunque è meglio sentire Shane e Dragan per telefono che non sentirli affatto. E' come se stessero in un altro stato, possiamo solo avvicinarci al confine e non oltrepassarlo.

    Cercano giovani modelli.
    Ho mandato alcuni scatti per diversi concorsi, aspetto solo che mi chiamino.
    Perché mi chiameranno, si. La modestia non mi serve a un cazzo.

    Ho mandato a Sho e Kerstin una sorta di regalo di San Valentino.
    Un peluche a testa. Cioccolatini. Una rosa rossa, una blu. E' così che si fa, no?
    Non posso cancellare il ricordo dell'ultima sera con Kerstin o dell'ultima chiamata a Sho - piangeva. Piangeva. Non posso sopportare che proprio lei pianga, ma ancora una volta ho le mani legate. Non posso fare niente, se non cercare di tenerla lontana da Dragan. E' per il bene di entrambi. Lui ha deciso di fingersi schizofrenico, effettivamente è una balla accettabile visto lo stato delle cose. Kerstin mi chiede di lasciarmi guardare mentre vivo, ma ho smesso di farlo. Come lei, ho cominciato a sopravvivere... in attesa che tutto si sistemi o che tutto cada a pezzi.
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